6 progetti che vi faranno ripensare la facciata della vostra casa !

Guido Musante Guido Musante
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La facciata è il vero elemento distintivo della modernità: l'elemento che, più di ogni altro, connota le qualità e i linguaggi dell'architettura della nostra epoca, e molto probabilmente delle prossime a venire. Se in antichità la facciata di un edificio era strettamente connessa con la struttura portante e quindi anche con la spazialità interna, l'introduzione alla fine del XIX secolo e durante il XX secolo di sistemi portanti di tipo puntuale, a pilastri e travi in cemento o acciaio, ha completamente stravolto l'originaria impostazione. Svincolata da funzioni portanti, la facciata si è così trasformata in un piano libero sul quale l'architettura scriveva e comunicava all'esterno, verso lo spazio pubblico, il proprio unico e inconfondibile linguaggio.

Anche il lessico per definire le facciate si è arricchito col tempo: parole come ‘prospetto’, ‘facciata’, ‘quinta’, ‘schermo’ restituiscono una complessità linguistica con sfumature concettuali complesse. Molto usato negli ultimi anni in particolare, il termine ‘schermo’ deriva naturalmente da un'origine cinematografica e in architettura prende il significato di superficie uniforme, puro supporto per una comunicazione dinamica e cangiante, magari affidata a strumenti tecnologici come i LED. Uno schermo impedisce il passaggio delle persone ma consente quello della luce e trova nel sistema costruttivo in vetro del curtain wall la sua più diffusa espressione.

Molto spesso alle facciate dell'architettura più recente sono stati associati termini come ‘pelle’ o ‘involucro’, espressione di soluzioni tecnologiche connesse con il tema dell'immaterialità. Efficaci nel riparere e proteggere gli interni, le pelli e gli involucri si affidano solitamente a sistemi ad alta tecnologia, basati su materiali e soluzioni anche minute, come i gas o le vernici: tanto minuscoli quanto capaci di fornire elevare prestazioni funzionali ed estetiche. È grazie a simili soluzioni che le facciate si costituiscono come uno strumento espressivo ogni giorno pià definito e carico di personalità, oltre che della capacità di interpretare le esigenze più recenti della sostenibilità ecologica.

​Facciate volumetriche

Se la facciate schermo o facciata quinta costituisce il tema dominante di tutta l'architettura moderna e contemporanea, non manca la presenza del suo esatto contrario: la facciata volume. Questo tipo di impostazione non considera la facciata come un elemento autonomo, ma come il risultato della sovrapposizione in verticale di una serie di corpi tridimensionali, molto spesso diversificati nelle forme, nei materiali di rivestimento e nei colori. La facciata volumetrica consente di esaltare le qualità compositive dei progettisti, a discapito dell'impronta grafica del progetto.

​Facciate con balconi

Per molto tempo il balcone è stato considerato un elemento accessorio della facciata, del quale i progettisti sopportavano spesso a malapena la presenza. Non mancano naturalmente i casi che fanno eccezione, a partire da Frank Lloid Wright, i cui balconi slanciati nel vuoto hanno fatto la storia dell'architettura e iscritto iun nuovo codice spaziale con il quale confrontarsi. Oggi le facciate con balconi stanno viceversa trasformandosi in elementi di sempre maggiore presenza, anche nelle città dense. Spesso i balconi sono introdotti anche in edifici a torre e dotate magari di funzioni particolari, come dimostra il recente caso del Bosco Verticale a Milano, progettato da Boeri Studio.

Nell'immagine: l'uso dei balconi come elementi di rinnovo delle facciate in pietra di un'abitazione rurale nel pressi di Girona (progetto studio Arcadi Pla I Masmiquel).

​Luci e ombre

Pur essendo sviluppata prevalentemente su deu dimensioni, lungo l'asse verticale, la facciata è un elementi tridimensionale, dotato di una plasticità e della capacità di generare luci e ombre proprie e portate. In alcuni casi i progettisti si comportano nei confronti della facciata un po' come gli scultori nei confronti dei bassorilievi, esaltando i giochi chiaroscurali e il rapporto con il sole di aggetti e rientranze. Non occorrerà trascurare anche il ruolo della luce artificiale, capace di esaltare anche di notte il linguaggio volumetrico delle facciate.

​Facciate cieche

Erano un tempo le facciate sul retro, quelle escluse alla vista e poco definite nei dettagli. Le facciate cieche sono col tempo sempre più diventate uno strumento espressivo forte, capaci di esaltare le qualità dei materiali e la forza compositiva dell'architettura. Molto spesso a una facciate cieca corrisponde la vicina presenza di grandi vetrate a tutta altezza.

​Facciate specchianti

Nate durante gli anni Sessanta, le facciate con vetri a specchio si sono rapidamente diffuse in tutto il pianeta, superando differenza stilistiche e tradizioni costruttive locali. Molto utilizzate specialmente negli edifici a destinazione terziaria, rappresentano l'esaltazione del sistema costruttivo del curtain-wall. La capacità di riflettere i raggi solari e le immagini genera una funzione di isolamento termico e produce coinvolgenti effetti visivi, con la duplicazione del paesaggio circostante. La loro applicazione in ambito residenziale è decisamente più rara, ma non si escludono interessanti applicazioni anche in questo ambito, come nel progetto firmato Peter Pichler, illustrato nell'immagine sopra.

​Facciate in pietra

Esistono due tipi di facciate in pietra: quelle composte da murature in pietra piene e portanti e quelle rivestite in pietra. L'impostazione progettuale delle due soluzioni è radicalmente opposta. Se nel caso delle murature portanti la facciata corrisponde rigidamente allo schema statico, nel quale sono rigidamente calibrati i rapporti fra i pieni e i vuoti, nel secondo caso la pietra è libera da qualsiasi azione strutturale e assume una valenza più grafica.

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